16 apr 2015

La Provincia vota contro la riforma degli enti locali, il Pd abbandona l’aula



prov_0415Sostegno al ricorso al Tar promosso già da 55 sindaci contro la riforma degli enti locali che introduce le Unioni territoriali intercomunali. Bocciato invece (per due soli voti contrari e l’astensione della maggioranza dei consiglieri presenti) l’ordine del giorno promosso da Fabrizio Dorbolò (Sel) che sosteneva la proposta di alcuni sindaci delle valli del Natisone (Stregna, Drenchia, Savogna e Grimacco) di istituire un’Unione fra i comuni in cui è storicamente presente la minoranza slovena sulla fascia confinaria della provincia di Udine. Ma è stata una discussione monca quella dell’ultimo consiglio provinciale sulle Uti lo scorso 10 aprile: i consiglieri del Partito democratico hanno infatti scelto di abbandonare l’aula prima della disamina sui due punti all’ordine del giorno in materia.
Scelta pesantemente criticata sia dai rappresentanti della maggioranza che dagli altri due consiglieri di opposizione Federico Simeoni (eletto con il Front Furlan ora indipendente) e lo stesso Dorbolò. L’annuncio della scelta del Pd da parte del capogruppo Salvatore Spitaleri è arrivato dopo l’approvazione, a maggioranza, della proposta di Simeoni sull’inversione dell’ordine dei lavori dell’aula, anticipando i punti sulla riforma regionale degli enti locali rispetto ad una mozione dello stesso Pd sull’autodromo di Lavariano. Giudicato un tema “più urgente” e meritevole di maggior considerazione rispetto alla discussione sulle Uti, “utile solo a consentire lo show di qualcuno in aula davanti alla stampa”, parole di Spitaleri. “Alla fine lo show l’avete fatto voi” ha commentato Carlantoni (Forza Italia) al momento dell’uscita dei consiglieri del Pd dall’aula. “Capisco l’imbarazzo dei consiglieri del Partito democratico che avrebbero dovuto difendere una riforma che è indifendibile da tutti i punti di vista” ha dichiarato il capogrupppo della Lega Nord Mauro Bordin prima di illustrare l’ordine del giorno a sostegno dei sindaci contrari alla legge di riordino. “Una riforma pessima, la peggiore che la Regione abbia mai prodotto – le parole di Bordin – che smantella l’autonomia e le identità linguistiche della regione, in particolare del popolo friulano. Calata dall’alto senza ascoltare i sindaci e che si rivelerà dannosa e insostenibile sia nei contenuti che nei tempi previsti per l’attuazione”.

“Questa riforma – ha dichiarato Dorbolò annunciando l’astensione sul documento della maggioranza – contiene alcuni punti particolarmente critici soprattutto per alcuni territori. Ciò che mi preoccupa di più è la questione della delimitazione territoriale delle nuove Uti che prevede dimensioni eccessive soprattutto per le realtà montane e quindi l’unione fra realtà eterogenee fra loro.”  Dorbolò ha poi illustrato il suo l’ordine del giorno a sostegno dell’ipotesi di un’Uti fra valli del Natisone e valli del Torre: “Territori omogenei per conformazione e che hanno caratteristiche in tutto e per tutto simili visto che condividono il mancato sviluppo nel secondo dopoguerra a causa della presenza del confine orientale e sono inseriti nella tutela della minoranza linguistica slovena per cui, come prevede la stessa legge di riforma in questi casi, possono derogare al numero minimo di abitanti.”
Lega nord, Forza Italia e l’altro consigliere d’opposizione rimasto in aula, Simeoni, hanno annunciato l’astensione sul documento. Pur vedendo di buon occhio la voce proveniente da alcuni sindaci delle valli del Natisone, hannno spiegato, un voto favorevole sarebbe in contraddizione col giudizio fortemente critico sulla riforma nel suo complesso espressa poco prima. Il documento di Dorbolò però è stato bocciato dall’aula visto il voto contrario del consigliere di Fratelli d’Italia-La destra Marzio Giau e quello del forzista Andrea Premoselli.

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