23 gen 2016

REZIJA-RESIA di Renato Quaglia

Ripropongo questo bel post 

foto di archivio

integrazione di Renato Quaglia al post  
http://bardo-lusevera-news.blogspot.it/2015/07/la-lenta-morte-della-nostra-montagna.html

Dietro quelle cime, spruzzate di neve, c'è Resia. Il destino del versante sud e di quello nord è simile: non cambia sulla montagna a ovest ed a est. I dati del degrado/abbandono erano noti da tempo(a partire dalla metà degli anni 60). In ogni processo di degrado c'è un punto, superato il quale è praticamente impossibile invertire la tendenza: punto di non ritorno. Oltre quel punto si afferma e via via si consolida l'EQUILIBRIO DEL DEGRADO. Quando agli inizi degli anni 80 scrissi il libro Jezik zemlje, jezik kruha lo feci nella consapevolezza che il punto di non ritorno era prossimo e che quindi si doveva intervenire con urgenza ad ogni livello implementando il PROGETTO INTEGRATO DI RECUPERO DELLE RISORSE STORICHE DEL TERRITORIO (cultura, lingua, economia,rapporti sociali) che a quel tempo stava nelle corde anche della UE. Quelli che tentarono di farlo vennero tacciati da sognatori...Sul limitare di questo punto(20.04.84) scrissi la poesia BALLATA DEL LAGO VERDE- PLES OD TA'A ZALENA'A jEZARA- PLES PRI ZELENIM JEZARU che si trova in Baside. Dunque la morte lenta dura da ben 45 anni. Non è troppo? Come si vede sono vecchio e l'occhio tenderebbe a guardare al passato ma con "DISPERATA SPERANZA"oso ancora guardare al futuro. In concreto? Sono disponibile a collaborare con chi, avendo realizzato la morte, crede che ci possa essere una rinascita o resurrezione.
Solbica-Stolvizza
foto di Žiga


Hvala-grazie Renato

poesia tratta dal sopracitato libro di Renato Quaglia :"Resia il linguaggio della terra e del pane-Rezija jezik zemlje in kruha" - Proposte per uno sviluppo socioeconomico e culturale di Resia / Načrt družbenogospodarskega in kulturnega razvoja Rezije

La tua ombra  (Renato Quaglia)


Quante volte ci siamo zbirciati
lungo quella stradina che
                      porta a Krisacis
quante volte ti ho invocato
ma tu ti nascondevi.

Il Corpo mio affannato
lungo i boschetti di pino
attorno al masso dei morti
lungo le sorgenti piene di sole.

Mi facevi cenno con la mano
ma sempre tu fuggivi
dai cornioli ai frassini
solo tracce di vestito mi
                               lasciavi

I piedi miei senza più forza
la bocca soffocata
mi son accasciato sull'erbetta
m'han ricoperto i fiorellini.

Nel sogno mi si è avvicinata
da me non fuggiva più
mi accarezzò la SUA OMBRA
il mio spirito si rallegrò.

Lungo i boschetti di pino
attorno al masso dei morti
lungo le sorgenti piene di sole
non cerco più il mio fiorellino.

PERCHE' IO SONO IL
                         FIORELLINO

  Poesia concepita e scritta il 26.12.1977,tre giorni prima la costituzione della Cooperativa TA ROŽINA DOLYNA 

immagine da "Rezija4". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rezija4.jpg#/media/File:Rezija4.jpg

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