8 feb 2016

Il mardar nel pollaio con la nonna volante

Le cronache friulane del '94 riportano le scorrerie gloriose e impavide compiute da un misterioso mardar  - pare - nei pollai di Ara di Tricesimo. Nessuno mai lo vide, ma le dicerie lo fecero diventare un mito, o un feticcio. Per ben tre anni almeno un centinaio di persone, di ogni ordine e grado, volontariamente si misero a disposizione per contribuire alla ricerca, all'avvistamento e alla cattura del terribile mustelide. Dicono che nessuno riuscì mai a prenderlo perché si rifugiava sempre dentro le contraddizioni del nostro sistema e di coloro che lo inseguivano. Ecco la prima parte.

1 – I N V E R N O
Tempi freddi, aliti condensati, gente chiusa nelle sue proprietà, giorni corti e notti di magia.

La nonna vola sulla scopa lungo la strada larga che quotidianamente tutti percorriamo per incontrare la vita. Senza vederla

Un sole pallido scalda poco la stanza dove il pianista si esercita. Le note si sfregano tra loro e le dita del musicista, forse così trovano tempore. Note musicali e pure le dita. L’armonia entra nelle fessure, negli stipiti, nei tubi dell’acqua, negli scarichi per poi disperdersi nella terra e giù, fino al mare dove l’onda ne modifica il suono. Sono storie d’inverno, gli animali in letargo non le possono sentire. Dormono nelle tane lontano da strade bitumate e dai passi frenetici dei giovani lavoratori vogliosi di uscire dal cantiere.
Un impavido cronista, attento osservatore, descrive sul suo taccuino il volo di una nonna: “Oh, se tutte le nonne sapessero volare.
Intanto si attende che il pesco rifiorisca e anche gli altri alberi che incontrano i nostri sguardi ogniqualvolta usciamo o entriamo da una casa all’altra.
E la nonna vola. Vola ancora vicino alla casa della mamma di Rocco. Nel vederla in cortile pure l’invita dentro il pollaio.

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Martora (Martens Martens), Mustelide . Illust. tratta da A. Spagnesi e Am. De Marinis  in “Mammiferi d’Italia”

Si. Quelle case, con i lori cortili e sul retro o di lato, sempre quell’orto e quell’aia.
*A lè stat il mardar, A lè stat il  mardar! Grida la mamma di Rocco oramai giunta nel pollaio e dal quale ora esce correndo e gridando. E continua a gridare ancora più forte.
quel grido sale. Sopra il tetto della sua casa, sopra il volto della nonna con la scopa. Sopra il cirro curioso, sopra questo pezzo di terra che si vede da lontano. Sopra la luna addormentata, sopra il sole che ancora non scalda, sopra il pianeta che a volte vediamo. Fin sopra la via Lattea che noi abitiamo.
Così nell’atmosfera, vicino al nostro cuore.
* E’STATO IL MARDAR, È STATO IL MARDAR.
CONTINUA
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